mauro.c ha scritto:Benvenuto, omonimo
Per curiosità, invece di acquistarlo, hai considerato l'opzione di stipulare una polizza furto che comprenda l'installazione del localizzatore ?
Eviti i costi di acquisto e di installazione e ottieni uno sconto sulla polizza...anche se poi non servisse a nulla come temi, qualche risultato lo hai ottenuto lo stesso
Caro Mauro,
certamente ti riferisci a quella che viene comunemente chiamata "scatola nera", cioè quel dispositivo offerto dalla Compagnie Assicurative al fine soprattutto di tutelare i loro interessi e non quelli di noi automobilisti.
Infatti lo scopo principe per cui vengono utilizzati, è quello di ridurre al minimo le frodi che le compagnie subiscono e non certo gli incidenti che gli automobilisti provocano.
La mia assicurazione me lo ha proposto offrendomi uno sconto di circa 300 euro sulla polizza a fronte di un canone per il servizio di poco meno di 70 euro l'anno, ma io ho rinunciato.
Perché? Cerco di spiegartelo.
Primo perché questo dispositivo, che altro non è che un localizzatore satellitare con in più una funzionalità di rilevamento di “crash”, traccia tutto, ma proprio tutto quello che facciamo a bordo della nostra vettura: velocità, tempi e posizioni. Mancherebbe solo una videocamera per riprendere l’abitacolo per renderlo un perfetto “Grande Fratello” orwelliano. Tutti questi "dati personali" sono raccolti da questo dispositivo ed inviati ad una centrale operativa gestita da una azienda collegata alla compagnia assicurativa che può farne quello che vuole: profilare il tuo comportamento di guida, i percorsi e gli orari più ricorrenti, ecc.
Al momento infatti le uniche regole che determinano i limiti entro cui questi dati possono essere trattati dalle compagnie, sono solo quelle stabilite dal nuovo regolamento europeo in materia di dati personali (il cosidetto GDPR), che però non si sofferma su questa tipologia di dati e di trattamento.
Inoltre che io sappia non c’è uno standard costruttivo di questi dispostivi che ne certifichino il funzionamento e la precisione.
Si deve infatti tenere conto che i dati registrati da questi dispositivi possono essere utilizzati dalle compagnie anche contro lo stesso assicurato, ad esempio per contestare un incidente avvenuto ad una velocità molto superiore a quella consentita in certo luogo (concorso di colpa? ).
Ma questo implica che velocità e posizionamento debbano essere garantiti con tolleranze minime, e questo non può essere perché la precisione del segnale GPS per uso civile è tra i 10 ed i 20 metri, cioè quanto basta per confondere una strada di grande comunicazione, su cui si può viaggiare a 110 km/h, con una sua “complanare” su cui limite è invece di 70 km/h.
Vai poi a dimostrare all’assicurazione che tu viaggiavi a 90 sulla prima piuttosto che sull’altra…
In genere poi questi dispositivi non sono consultabili dall’utente tramite applicazione mobile o tramite web, per cui la loro utilità nel conoscere la posizione del veicolo, al fine di verificare un eventuale furto, non c’è, a meno di chiamare ogni volta la centrale operativa.
Infine per questi dispositivi non c’è un "libero mercato", cioè non è possibile da parte dell’utente scegliersi il modello preferito, perché magari più affidabile, preciso e con canone minore, ma si è obbligati a prendersi quello che la determinata assicurazione offre.
Ad esempio la mia compagnia, UnipolSai, offre i dispositivi della Waytech, che è una azienda del loro gruppo, e solo quello, per cui prendere o lasciare.
Insomma tutto questo per dirti che secondo me la "black box" della compagnia assicurativa non ci fa dormire con più tranquillità ma solo risparmiare qualche decina di euro sulla polizza, in cambio di una perdita della nostra libertà non esattamente quantificabile.
Ciao.
M